L’IGIENE DELLA BOCCA
04-12-2015
L’IGIENE DELLA BOCCA
Le malattie della bocca ed i loro sintomi
La bocca è una parte molto importante del nostro corpo: il viso deve molto al sorriso e una bocca con denti cariati, macchiati, rotti o addirittura mancanti, conferisce un aspetto trascurato e fa sembrare più vecchi. Ma non è solo una questione di estetica. Una dentatura in buone condizioni è importante per una buona masticazione, a sua volta importante per una buona digestione. Per queste ragioni l’igiene orale è da considerare un atto di salvaguardia della salute, per cui è bene analizzare quali sono i sintomi, le patologie ed i rimedi da consigliare.
La placca batterica
La responsabilità della maggior parte dei danni al cavo orale va attribuita alla placca batterica, una sostanza gelatinosa, composta da residui alimentari e soprattutto batteri che formano sui denti una patina appiccicosa e trasparente già pochi minuti dopo averli lavati. La placca aderisce alle rugosità del dente e, se i denti non vengono lavati ogni giorno con cura, la placca cresce e si accumula soprattutto dove è più difficile arrivare con la pulizia (a livello del colletto dentale, dove si incollano dente e gengiva, o nelle fessure delle superfici masticanti). I batteri, con la loro azione, provocano la fermentazione dei residui di cibo e li trasformano in sostanze di natura acida fortemente erosive che provocano la demineralizzazione del dente.
Il tartaro
La placca presente sui denti, se sottoposti ad igiene, è abbastanza facilmente eliminabile e non molto pericolosa; diversa è la situazione quando vi è un accumulo di placca di vecchia data, ben attaccata alla superficie del dente e contenente residui di cibo e cellule morte. I sali di calcio presenti nella saliva induriscono questa placca dando luogo alla formazione del tartaro, una struttura solida, di colore bruno, che non viene più rimossa dal semplice spazzolamento ma può essere asportata solo con l’intervento del dentista (detartrasi). Particolarmente pericolosa è la formazione di tartaro sottogengivale, che può provocare lo scollamento delle gengive dal dente e la formazione di tasche in cui si accumulano batteri e piccoli residui di cibo soggetti a veri e propri processi putrefattivi.
L’alitosi
In condizioni normali l’odore del cavo orale può registrare delle variazioni nella sua intensità in funzione di alcune variabili quali l’età, il sesso, le abitudini alimentari, l’orario della giornata. Ci sono situazioni che determinano odore sgradevole ma sono transitorie e non patologiche, dall’alitosi al risveglio mattutino, favorito da fumo, alcolici, caldo e aria secca notturni, e più probabile in caso di ostruzione nasale, a quella da digiuno, o da periodo mestruale, nonché ovviamente da consumo di alimenti alitogeni (aglio, cipolla). Tuttavia la principale causa dell’alitosi è un’igiene orale insufficiente, e non si tratta in questo caso di eliminare solo un problema fastidioso ma di cogliere un segnale per prevenire conseguenze patologiche per gengive e denti; in altri casi invece il disturbo può dipendere da infezioni e malattie non direttamente relative alla bocca, oppure dall’assunzione di farmaci particolari. Usare un collutorio maschera il problema ma non lo risolve completamente: il consiglio del farmacista, oltre che indicare strumenti e prodotti idonei, può essere di spazzolare anche la lingua.
La carie
Una manifestazione di una scarsa igiene orale (prolungata) è la carie, un processo distruttivo lento che colpisce i tessuti duri del dente. La lesione è dovuta alla dissoluzione dei sali minerali che compongono lo smalto, che si manifesta al principio come una piccola macchia indolore di colore bruno che, se non viene trattata, progredisce fino ad attaccare lo strato più interno del dente (dentina). Compaiono allora i primi sintomi, il dolore, la sensibilità al freddo e al caldo. Quando la carie raggiungere la polpa, il dolore diventa molto intenso. In questo caso è necessario l’intervento tempestivo del dentista, il farmacista può limitarsi ad indicare un anestetico/antidolorifico nell’attesa.
La gengivite
Anche gengiviti e piorrea sono conseguenze di una scarsa o scorretta igiene orale, di solito prolungata. L’infiammazione delle gengive (gengivite) si manifesta con irritazione, gonfiore, dolore e facile sanguinamento (es. quando si addenta il cibo o durante lo spazzolamento dei denti). Se l’infiammazione progredisce si può arrivare alla parodontite (o volgarmente piorrea), in cui è la stessa struttura di sostegno del dente a essere in pericolo: mano a mano che la distruzione dei tessuti progredisce, il dente prima comincia a dondolare e infine cade. Le gengiviti si combattono con il miglioramento delle abitudini igieniche, sia in termini di frequenza che di qualità dello spazzolamento. Naturalmente si possono consigliare gli strumenti ed i prodotti più adatti, come uno spazzolino morbido, il filo interdentale ed un dentifricio antiplacca. L’uso di collutori alla clorexidina è indicato ma solo per brevi periodi. Nei casi più gravi (parodontite) solo l’intervento (anche chirurgico) del dentista può risolvere la situazione.
La prevenzione
Oltre all’uso corretto degli strumenti per l’igiene orale, ci sono alcuni consigli che possono aiutare a mantenere la bocca in buona salute.
L’alimentazione
Lo zucchero è il principale nemico dei denti in quanto viene trasformato dai batteri della placca in sostanze acide che intaccano lo smalto. L’abitudine di cospargere di zucchero o miele i succhietti deve essere scoraggiata, così come quella di fare addormen tare il bambino col biberon pieno di latte, tisane zuccherate o succhi di frutta. Queste abitudini sono all’origine della cosiddetta “carie da allattamento”. Devono essere considerati molto cariogeni tutti gli alimenti ad alto contenuto di zucchero e ad alta adesività come merendine, torte, biscotti, cioccolato, marmellata; sono moderatamente cariogeni: pane, pasta, riso, frutta, latte; poco o affatto cariogeni: carne, uova, legumi, verdure. Va limitata anche l’assunzione di bevande “acide” (es. spremute d’arancia).
La fluoroprofilassi
Il fluoro rende lo smalto del dente più resistente all’attacco degli acidi che si formano dagli zuccheri. È importante fornire il fluoro durante l’infanzia e l’adolescenza mentre i denti si stanno mineralizzando perché in questo modo la struttura ne risulterà rafforzata. La supplementazione di fluoro non sarebbe giustificata prima dei tre anni d’età, al fine di scongiurare il rischio di fluorosi, dovuta soprattutto ad un accumulo di fluoro nello smalto durante la fase pre-eruttiva dei denti. La dose di fluoro necessaria la stabilisce il dentista in base all’età del bambino. Alcuni Paesi arricchiscono di fluoro l’acqua potabile; dove questo non avviene, come in Italia, si ricorre ad una integrazione a base di sali di fluoro (es. Zymafluor), a meno che l’acqua che si beve non sia già naturalmente ricca di fluoro. A questo proposito occorrerà verificare il quantitativo di questo elemento sulle etichette delle acque minerali in commercio.
Il dentista
Le visite dal dentista sono molto importanti e vanno fatte almeno due volte l’anno, a tutte le età. Controlli regolari permettono di scoprire tempestivamente carie, malformazioni e anomalie ortodontiche e di porvi rimedio prima possibile. La cura dei denti va intensificata quando si è più esposti al rischio di carie: per esempio, durante la gravidanza o in caso di particolari malattie come il diabete. Anche i farmaci possono avere effetti negativi. Alcuni riducono la produzione di saliva (es. farmaci anti-Parkinson, antidepressivi) che non esercita più la funzione di lavaggio e di rimineralizzazione del dente. Altri provocano l’ingrossamento delle gengive con dolore, arrossamento e sanguinamento, effetto noto da tempo per un antiepilettico, la fenitoina, e più recentemente per un gruppo di farmaci antipertensivi appartenenti alla famiglia dei calcio-antagonisti.
Gli strumenti dell’igiene orale
Gli strumenti per l’igiene orale disponibili in commercio sono molteplici, ma non tutti hanno la stessa importanza; inoltre, la loro efficacia è subordinata ad un uso corretto. È da rimarcare, però, che la spazzolatura meccanica è l’unica via per mantenere una bocca sana: quindi la scelta di un buon spazzolino è molto più importante della scelta di un dentifricio.
Lo spazzolino manuale
È lo strumento più importante per la prevenzione della carie, perché rimuove in modomeccanico i residui di cibo e la placca batterica. Per essere efficace deve avere carat teristiche ben specifiche: innanzitutto deve raggiungere facilmente ogni parte della bocca, e quindi avere una testina poco ingombrante, poi ciuffi ben distinti di setole artificiali di durezza moderata e arrotondate in punta. Le setole devono essere integre, di pari lunghezza e perfettamente dritte: non appena perde queste caratteristiche, e comunque non oltre i 3 mesi, lo spazzolino va cambiato. La tecnica di spazzolamento è molto importante: lo spazzolino deve essere usato come un pettine, muovendolo dal colletto verso l’apice dei denti, facendo entrare delicatamente le setole nel solco gengivale. Una corretta spazzolatura richiede almeno 5 minuti. Attenzione però perchè spazzolare troppo energicamente, o usare spazzolini con setole troppo dure o di scarsa qualità (che al microscopio rivelano pericolose punte) può procurare abrasioni ai denti, alle gengive e piccoli traumi alla mucosa della bocca, che possono favorire la formazione di ulcerazioni (afte).
Lo spazzolino elettrico
Garantisce risultati di rimozione della placca notevolmente più elevati del manuale. Inoltre rappresenta un valido aiuto per le persone con scarsa manualità, perché il movimento alternato della testina permette una buona pulizia dento-gengivale in un tempo ridotto e consente di raggiungere spazi interstiziali difficilmente raggiungibili con lo spazzolino manuale.
Il filo interdentale
È indispensabile per pulire perfettamente gli spazi tra i denti, dove non passa lo spazzolino. È disponibile in diversi tipi: non cerato, cerato (indicato per chi ha molte otturazioni o i denti accavallati perché scivola meglio), a nastro spugnoso (per rimuovere più placca, particolarmente indicato per i giovani) o a segmenti differenziati (per l’impiego negli spazi interdentali di difficile accesso).
Lo scovolino interdentale
Serve per rimuovere la placca da zone difficili da raggiungere, come ad esempio gli spazi sotto i ponti (protesi fisse). Lo scovolino, cilindrico o conico con setole disposte a spirale, può essere montato su un supporto rigido e ha misure diverse per adattarsi ai diversi spazi in cui deve penetrare. Alcuni tipi sono indicati per la pulizia di apparecchi ortodontici fissi.
Le pastiglie rivelatrici
La placca batterica è poco visibile a occhio nudo. Per individuarla si può ricorrere a particolari pastiglie che contengono un colorante innocuo: sciolte in bocca, colorano di rosso la placca mettendo in evidenza le zone non completamente pulite. La superficie interna dei denti si può controllare con uno specchietto da dentista. Una volta individuate le zone di presenza della placca, si può procedere alla pulizia in maniera più specifica con lo strumento più adatto. L’idropulsore
È un apparecchi a getto d’acqua che va considerato un mezzo ausiliario che integra, ma non sostituisce, i più comuni strumenti dell’igiene orale. Consente la rimozione dei residui di cibo che si accumulano sotto le protesi fisse e gli apparecchi ortodontici e può essere buon veicolo di sostanze antibatteriche (es. clorexidina) per l’irrigazione e la disinfezione, su indicazione medica, di tasche parodontali profonde.
I prodotti per l’igiene orale
Il dentifricio
Favorisce l’asportazione della placca durante lo spazzolamento e svolge un effetto disinfettante e deodorante: importante la presenza del fluoro che si fissa allo smalto rendendolo più resistente alla carie. Il dentifricio deve essere poco abrasivo. I normali dentifrici sono tutti scarsamente abrasivi e, in teoria, le formulazioni in gel ancora meno. I dentifrici antiplacca hanno azione antibatterica e possono essere usati costantemente e da chiunque. Quelli desensibilizzanti, invece, contengono alcune sostanze (come i sali di stronzio e potassio) che svolgono un’azione protettiva sui denti sensibili alla pulizia meccanica: sono indicati per coloro che sono sensibili al caldo e al freddo.
Il collutorio
Quelli che contengono sostanze antiplacca o fluoro vanno considerati prodotti ausiliari che possono essere impiegati dopo essersi lavati i denti (non “anziché lavarsi i denti”). Essendo liquidi, infatti, raggiungono zone non ben spazzolate e completano l’igiene orale. I collutori a base di clorexidina vanno consigliati dopo un intervento odontoiatrico o in caso di infezioni, e per periodi limitati di tempo. L’uso continuato provoca lo scurimento dei denti e delle protesi.
I prodotti sbiancanti
Esistono tecniche professionali di sbiancamento dei denti e tecniche domiciliari. Le prime hanno il vantaggio di raggiungere un buon risultato con un minimo impegno di tempo e senza effetti indesiderati., mentre il vantaggio del trattamento domiciliare sta nel costo più basso. Oggi si possono consigliare prodotti efficaci con i quali è possibile ottenere un buon effetto sbiancante, senza più indossare le mascherine per lunghi periodi, ma è sufficiente in media mezz’ora di applicazione al giorno per 5/6 giorni. I rischi sono in genere minimi e transitori.
L’igiene della dentiera (protesi mobile)
Una dentiera non pulita, oltre a essere esteticamente poco gradevole, con l’andare del tempo trattiene i residui alimentari che, depositandosi, costituiscono il terreno ideale per lo sviluppo di batteri e microrganismi nocivi alla salute della bocca e conferisconocattivo odore all’alito. Per una buona igiene della protesi è bene seguire alcune regole: quando non si porta la dentiera, questa deve essere tenuta in un idoneo recipiente (meglio se la vaschetta porta dentiera) immersa in un’apposita soluzione; l’impiego regolare di compresse effervescenti igienizzanti permette di ottenere un’igiene ottimale. Le pastiglie effervescenti vanno lasciate agire per 10/20 minuti;ogni mattina, prima di indossare la protesi, lavarsi le gengive, la lingua ed il palato con uno spazzolino a setole morbide, per stimolare la circolazione nei tessuti e rimuovere la placca che comunque si forma; dopo i pasti è importante pulire la dentiera con uno spazzolino da denti, risciacquandola accuratamente per rimuovere gli avanzi di cibo e per evitare che si macchi e si formi la placca batterica. Fonti: Ministero della Salute – Direz. Gen. Prevenzione www.paginesanitarie.it www.farmasalute.it www.saninforma.it www.dica33.it
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